domenica 17 aprile 2011

La tigre

Ancora una volta è un sms che  mi avvisa che ci sono buone probabilità di vedersi in serata. Questo vuole dire smettere subito di fumare, anche se non è ancora certo. Oggi è il primo giorno in cui sono in piedi dopo una brutta febbre. Le probabilità sembrano pochissime e per scaramanzia cerco di non pensarci, ma facendo la spesa non posso non comperare la frutta che tanto ama e che io amo farGli trovare pronta. È il mio modo per servirLo, per farLo sentire il mio Sire da onorare, per farGli un dono. Quando sono alla cassa arriva la quasi conferma… al 99% arrivo. C’è ancora quell’1% che non mi permette di esultare, ma intanto mi agito, mi permetto un  po’ di gioia dell’attesa.
Intanto il tempo passa e non arriva nessuna conferma, vacillo un po’. E poi finalmente la conferma, un turbine nel cuore, le farfalle nella pancia e… CAVOLO! Ho poco più di un’ora per prepararmi e questo mi mette un’ansia incredibile.
Doccia e tutto quanto annesso, preparare la camera con tutti i nostri giochi, preparare la frutta, un altro spuntino nel caso avesse fame e… respirare! E mi accorgo che non mi ha detto come mi vuole vestita. Chiedo velocemente quali siano gli ordini e procedo.
Un minuto prima dell’orario prestabilito sono pronta, con il fiatone. Per fortuna ha qualche minuto di ritardo.
Quando suona il campanello è ogni volta come una scossa elettrica fortissima. Ho pochi secondi per sistemare i cani e mettermi al mio posto, in ginocchio, collare e guinzaglio in mano pronti da porgerGli e oggi anche il frustino. I pochi minuti di attesa mi sembrano eterni e poi finalmente vedo le Sue scarpe varcare la soglia.
“Buona sera Padron Joe”, per la prima volta sento che non è solo un sussurro, la voce esce più chiara, sto imparando. Sento che si toglie la giacca, appoggia le borse e si avvicina. Gli porgo il collare e il guinzaglio e di nuovo il tempo si ferma, sono secondi lenti, le Sue mani intorno al mio collo e mentre tengo i miei capelli alzati, sento il Suo braccio che mi sfiora la guancia e vorrei appoggiar mici, sfiorarlo con la mia pelle ma resisto a questa forte tentazione e attendo gli ordini. Ho i brividi a quel semplice doloroso contatto.
“Hai freddo?”
“No, Padron Joe, non è freddo” e vorrei aggiungere che è solo tremore dal desiderio di poterLo toccare e abbracciare e dall’emozione di sentirLo preoccupato per me. Come quando l’aria era davvero fredda e mi mise  la Sua giacca sulle spalle e mi abbracciò. Un’altra emozione che resterà per sempre impressa in me.
Chinato su di me, mi sfiora un bacio e subito arrivano fortissimi i primi colpi con il frustino. Non riesco a non lamentarmi, i colpi sono davvero molto forti. Poi mi ordina di alzarmi. Avevo preparato come mi aveva ordinato il vassoio con i vari tipi di candele. Prende quella nel vasetto, la riconosco dal profumo e inizia a passarmela sul corpo. Sento il calore attraverso il vetro e mi fa sobbalzare. Non brucia, ma la tensione è talmente alta che sembra fuoco sulla pelle e attraverso il tessuto.
“Sai quali sono gli ordini”
“Sì Padron Joe, ho preparato il divano nello studio.”

Gli faccio strada, mentre mi guida con il guinzaglio stretto. Sono senza fiato quando mi conduce in questo modo. Lo invito ad accomodarsi, ma decide che non è ancora il momento. Mi fa sdraiare sul divano, e mi lascia lì un attimo in sospeso a cercare di capire cosa accadrà. Arrivano subito alcuni colpi a mano nuda e poi ancora con il frustino. Fa male, più del solito. Sento il sedere che brucia forte. Mi fa alzare con ordine perentorio, chinare ed è dentro di me. Forte, sicuro, forte! Esce da me con mio disappunto e mi fa mettere dritta, davanti al grande specchio e mi obbliga a guardarmi. Vedere la mia eccitazione sul mio volto già arruffato mi esalta ancora di più.
“Ora esegui gli ordini.”
Lo prego di accomodarsi sul divano, mi metto in ginocchio ai suoi piedi, prendo il foglio su cui avevo dovuto stampare la mail che gli avevo inviato e non trovo la forza per iniziare a leggere. Respiro più volte ma ancora mi sento bloccata. Sto per cedere, ma non voglio assolutamente deludere il mio Padrone e dal fondo di me stessa trovo la forza per iniziare a leggere, ma la mia voce è talmente debole che devo ricominciare. “Desiderio intenso e bruciante di Voi mio Sire.
Ho voglia di sentire le Vostre mani su di me, che mi stropicciano e mi invadono.
Ho voglia di attenderVi in ginocchio e porgerVi il collare per poi sentire la Vostra voglia su di me…”
In ogni istante vorrei smettere, mi imbarazza leggere quelle parole davanti a Lui, già non è stato facile scriverle.. ma sento la Sua mano sulla mia nuca, che mi accarezza e mi appoggio alla Sua gamba per trarre la forza che mi manca.
Finalmente arrivo alla fine e riesco di nuovo a guardarLo in volto. So che voleva di più da me e mi sento di non aver eseguito l’ordine in modo soddisfacente, ma il mio Padrone mi conosce e sa che anche solo essere arrivata fino a qui è un grande passo avanti nella mia crescita e mi fa i complimenti. Molto grata ricomincio a respirare.
Finalmente arriva l’ordine di spogliarLo. Quanto mi piace poterlo fare!
Passiamo in camera e sono subito Sua. Mi fa salire su di Lui e mi tiene ferma entrando e uscendo da me con foga tale da portarmi a chiedere in poco tempo di poter godere, piacere che mi viene concesso e mi libero con un urlo forte.
Un attimo di pausa ma poco, giusto il tempo di prendere un po’ di fiato ed essere sempre e ancora sopra di Lui. Ho qualcosa dentro però che sta venendo fuori. Lui inizia a mettere più forza e mi colpisce forte con il guinzaglio, il dolore ora è lancinante, ma resisto, non posso ribellarmi. Arriva un altro colpo sul fianco esposto e insieme all’urlo di dolore forte come non lo avevo mai provato, sento un ruggito dentro di me che sta per esplodere.
“Avanti, falla uscire la tigre!” anche Lui sta urlando. Vedo la Sua mano che sta per ripartire per darmi un’altra frustata e non resisto più, Gli blocco il polso, senza quasi accorgermi di quello che sto facendo. Sento che cerca di divincolarsi e allora Gli prendo entrambi i polsi fermandoli contro il materasso, come tante volte ha fatto Lui con me. Sono fuori di me, sento la tigre che Lui ha fatto rinascere che urla e capisco che posso farla uscire, che è quello che vuole. A questo punto non sono più io, c’è solo la tigre che tiene Lui sotto di sé e Gli urla “scopami”. Non c’è più la schiava in questo istante, non c’è il Padrone, ma solo la tigre che impara a mostrare la sua forza che improvvisamente irrompe devastante in un orgasmo preso e non implorato. È una sensazione indescrivibile. Erano anni e anni che non mi sentivo così forte eppure subito pronta a ritornare ai piedi del mio Padrone.
A questo punto è indispensabile una di quelle pause senza le quali non potrei essere Sua. Non solo per riprendere fiato, ma per la dolcezza di quei momenti.
Poi arriva l’ordine di mettermi prona, sdraiata a bordo del letto, mi mette la maschera sugli occhi ed è buio. Già questo basta per aumentare la tensione. Il buio non mi fa paura, perché sono nelle Sue mani, c’è tensione, curiosità e desiderio di essere all’altezza di quello che il mio Padrone ha in mente per me.
Arriva una sensazione stranissima, sulla testa, insopportabile. Non capisco cosa sia, ma è fastidio, solletico, no nemmeno quello è proprio qualcosa di non doloroso ma insopportabile per me. Cerco di resistere ma non mi riesce molto bene. Dalla testa passa al resto del corpo e diventa più facile, ma quando ritorna sulla mia testa non riesco proprio a celare quanto mi sia fastidioso.
Poi Lo sento dietro di me e capisco dai movimenti cosa sta per fare, sono talmente eccitata ancora da prima che i miei umori si sono sparsi ovunque e diventa facile per Lui prendermi da dietro. I Suoi colpi come sempre sono molto forti e profondi. Sento sotto di noi il letto che si muove, e dentro di me il caldo che ricomincia a salire. Impetuoso il piacere si fa di nuovo strada dentro di me, mentre Lui mi sfonda e ancora il frustino a colpirmi molto forte mentre mi penetra contemporaneamente davanti e dietro. E giochiamo con le nostre fantasie, ora non più difficili da tirar fuori anche a parole, per me così restia a parlare. I suoi potenti colpi mi sfondano e il mio orgasmo arriva di nuovo vicino. Chiedo il permesso di poter godere e con un urlo che precede il mio mi viene di nuovo concesso di godere.
Mi accascio quasi a sprofondare nel materasso, esausta e sfinita. Intorno a noi un lago, scherziamo sul fatto che non ci sia un angolo del lenzuolo, il Suo lenzuolo, un altro dei Suoi doni, rimasto asciutto… pare di stare in piscina!
Ogni volta rimango stupita di come Lui riesca ad unire piacere e dolore al punto di portarmi sempre ad avere molti orgasmi a distanza di poco tempo. Mi sento molto adolescente, il mio Padrone è meglio di una cura contro la vecchiaia.
Eppure non sono stanca, è come se non mi bastasse mai, non mi basta mai! In quelle ore che stiamo insieme è come se cercassi di prendere tutto quello che posso, per immagazzinarlo fino al nostro prossimo incontro. Lui mi prende in giro per questo. Mi piace quando mi prende in giro. Mi piace mostrarGli quanto mi fa impazzire, quanto ogni suo tocco, che sia sadico o più dolce, mi porti a volare alto e ad eccitarmi in modo indecente.
Ma mi manca sentire il Suo di piacere, il dono più grande, poterLo sentire godere della sua schiava.
“Cosa preferisci ora, che sia stronzo o sadico?”
“Non so cosa dirVi Padrone, forse sadico”
“Vuoi provare qualcosa di nuovo o qualcosa che conosci?”
Non riesco a decidermi, perché amo quando è sadico, vorrei dirGli che ancora non ha usato la cera, o le mollette, che mi piace da impazzire essere nelle Sue mani pronta ad obbedire e a sottomettermi ai Suoi desideri, ma la curiosità del nuovo vince.
Vedo un lampo nei Suoi occhi e capisco che sta per succedere qualcosa di speciale.

Mi allarga le gambe ed inizia a leccarmi senza sosta. Il piacere è forte e intenso, ma è anche una tortura. Non amavo questo e rimango un attimo come sconcertata, ma Lui è, semplicemente è! Ancora una volta, di nuovo, Lui può, Lui sa come farmi arrivare ad amare qualcosa che ricordavo in modo negativo da troppo tempo, ben sapendo che c’era un tempo in cui l’amavo. C’è qualcosa di così intimo nel sentire la Sua lingua che quasi mi spaventa. Ma è solo un attimo. So di non poter reagire, devo subire questa tortura che in pochissimo tempo diventa un fuoco che mi arde dentro. Cresce spudoratamente e il piacere si mischia al desiderio di scalciare e togliermi tanto è intenso. Ma Lui non me lo permette ed insieme alla Sua lingua arrivano le Sue dita che mi frugano dentro. Sono molto sensibile e a tratti è quasi dolore tanto è gonfio il mio clitoride e ancora una volta mi ritrovo ad implorare il permesso di godere, permesso che tarda un attimo ad arrivare e cerco un pizzico di lucidità per resistere fino a quando sento quell’ordine tanto atteso e posso permettermi di scalciare e urlare e godere nella sua bocca, che non si ferma e ora mi tortura.
È strana la sensazione di quasi vergogna nel godere in questo modo, perché è più forte e molto più intimo.
Finalmente ho il permesso di dedicarmi a Lui, mi ordina di leccarlo e mi guida nel conoscere quello che più Gli piace. Amo da impazzire poterLo leccare e succhiare e maledico il raffreddore che non mi permette di tenerlo fino in fondo a lungo. Vorrei non avere bisogno di respirare per poter soddisfare in ogni modo il mio Padrone. Come fossi leggerissima mi prende e mi gira di nuovo prona per farmi sfondare. Ora i suoi colpi sono tremendi, temo di non resistere alla Sua foga che mi fa sentire Sua. Vorrei urlare di sfondarmi ancora di più, ma i miei urli sotto i Suoi colpi non lasciano uscire parole.
“Girati!”
L’ordine che aspettavo, il mio dono supremo su di me, il getto sul mio volto ed io avida a cercare di non perderne nemmeno una goccia. Golosa e ingorda prendo il Suo orgasmo e finalmente mi sento totalmente appagata.
Crolliamo sfiniti senza nemmeno il fiato di parlare. Accucciata di fianco a Lui mi sento Regina e schiava del mio Padrone.
Quando la bufera si quieta posso servirLo offrendogli il cibo che ho preparato per Lui. Mi emoziona vedere che apprezza quanto ho preparato. Mi piace servirLo come una divinità e farGli trovare di che rifocillarsi. Io sono FORTUNATA, posso essere Sua in molti modi e questo è uno di quelli speciali. Sdraiata senza pudori della vecchia me stessa, non sento il desiderio di coprirmi ma solo quello di scoprirmi, parlando con Lui, chiacchierando e ridendo. Lui si nutre dei miei doni, i mi nutro di quello che mi passa dalla Sua bocca. Lamponi e mirtilli… si riempie la bocca e poi me ne passa alcuni. Hanno un sapore tutto diverso mangiati così! Grazie Padrone. Stiamo così per molto tempo, raccontandoci, ridendo… io che mi nutro di Lui e di quello che mi passa, ma soprattutto di Lui.
È banale ma in un attimo il tempo vola, come se ci venisse rubato. Lo seguo in bagno per servirLo ancora una volta scoprendo anche dettagli a me ancora ignoti… accanto a Lui mentre poi si lava Gli porgo poi i vestiti e mi appresto a trattenere la tristezza di vederLo andare via.
Arrivederci mio Sire  e Gli afferro la mano per baciarGliela, grata e devota, ricevo il Suo bacio e quella risata che sento arrivare dal Suo profondo che mi dice quanto sia unico. Il mio Padrone è un Uomo speciale ed io Gli sono grata per essere Sua.
Mentre riordino la stanza, sorrido alle emozioni, osservo il gran caos e poi mi corico, con il telefono sul comodino, aspettando di sentire che è arrivato a casa. Se potessi farGli un dono unico, Gli donerei il teletrasporto, ma non solo per poterlo vedere più spesso, ma perché non debba poi farsi tutta quella strada e quella fatica per rientrare.
Vostra schiava, profondamente Vostra, Sylvie

1 commento:

  1. .....splendida descrizione......una meravigliosa forma d'amore.
    un sorriso
    E.

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