lunedì 11 aprile 2011

Milano - 1a parte


Già ricevere un sms è sempre una festa e il bello è che su questo numero mi scrive quasi solo Lui, quindi non devo nemmeno sperare che sia Suo il messaggio. Ma è sabato, quindi mi concentro e spero...


ore 11.04.29 Martedì te la senti di venire a Milano?

Praticamente la sessione è iniziata in quel preciso istante, sabato alle ore 11.04.29 ed è finita... forse non è mai finita.

Una buona schiava deve saper trattenere l'euforia prorompente, almeno in apparenza. Una Regina non si mette a ballare per casa come se fosse posseduta... l'ho fatto, pensando "se me la sento???? ma anche se non fosse ancora passata la febbre, arriverei correndo!!!"
La mia risposta è stata un po' più contenuta. Ma da quel preciso momento era come se fossi già da Lui. 
I restanti giorni sono stati una dolce tortura. Cercavo di non pensarci troppo, per non immaginare qualcosa di cui non avevo nessuna idea. Ma un buon Padrone sadico e perverso non perde occasione per stuzzicare... ed è anche per questo che in ogni istante lo scelgo come mio Padrone!
Martedì finalmente arriva, notte quasi insonne e serata passata a preparare la borsa con tutto quello che mi aveva ordinato di portare... come se stessi partendo per un lungo viaggio e in fondo sapevo che lo sarebbe stato. Era la prima volta che andavo da Lui e che avremmo passato tanto tempo assieme. Non avevo idea dei dettagli, ma sapevo per certo che sarebbe stato un notevole passo avanti nel nostro rapporto.

Mentre mi preparo con tutta la cura possibile per essere alla sua altezza, il cuore batte fortissimo. Sono emozionata. Ho tante paure nella mia testa, di non essere all'altezza delle sue aspettative, di non riuscire ad essere come so che Lui desidera... tanto agitata che arrivo in stazione quasi un'ora prima della partenza del treno. Mi fermo a bere un caffè, dandomi poi della stupida perché il gusto del caffè attira automaticamente la sigaretta e quando sono con Lui non posso fumare. Mi distraggo e vado a cambiarmi.
Un reggiseno di pizzo nero, maglietta traforata, gonna leggerissima lunga, e autoreggenti, niente altro intimo e gli stivali che indossavo la prima volta che ci siamo incontrati.

Quando esco nell'aria fresca mi sento morire. Mi sento nuda. Ho paura e freddo. Cerco dentro di me la forza per andare in giro in quel modo, ma mi manca il respiro. 


Cerco il Suo aiuto, non posso farcela da sola. Lui è la mia Guida e poter sentire la Sua voce che mi  rassicura mi fa ritrovare la calma. 

Il viaggio è interminabile. Il treno è pieno di gente. Io vorrei solo scappare ed essere già vicino a Lui, protetta, al sicuro, a Sua disposizione. Passo il tempo immobile, quasi in trance ripetendomi che tra poco sarei stata con Lui. Nausea, forte, per il movimento del treno ma anche per l'emozione fortissima. Una parte di me prova quel senso di inadeguatezza che mi fa venire voglia di scappare, ma poi mi ricordo che sono Sua e la Sua schiava è Regina nel mondo! Torna la forza, la Sua, quella che mi tramanda ogni istante e vado di nuovo a cambiarmi, mi è stato concesso di indossare i miei jeans neri viste le temperature.

Mentre scendo dal treno, mi telefona, ma non capisco molto, la linea è disturbata. Panico. Dove vado? Lo aspetto? Mi metto in un posto preciso? Mentre cammino a testa alta scruto ogni volto con la stupidissima paura di non riconoscerLo. 


Poi tutto si ferma, è davvero come nei film, al rallentatore, Lo vedo, mi vede e tutto il resto sparisce dalla mia vista. Nessun suono se non la Sua voce... la mia è appena un sussurro. Gli porgo il guinzaglio da polso e poi non esisto più. Sono finalmente solo Sua. Ha un passo velocissimo, faccio fatica a starGli dietro. La gente è tutta frenetica, pare di attraversare un mare di squali, schivando ogni persona. Pensandoci ora mi ricorda le partite di football americano, quando l'attaccante parte schivando tutti gli avversari... ecco Lui era così, il mio attaccante, io la Sua palla.



All’improvviso si ferma e quasi Gli sbatto addosso. Mi afferra, mi stringe a sé e io sono in estasi. Ogni volta che le sue mani mi toccano, mi stritolano, mi accarezzano io mi trasformo, come se Lui mi plasmasse. Il tempo si dilata. Un bacio, uno schiaffo, una carezza e non c’è differenza, hanno tutti lo stesso effetto su di me, il desiderio di mettermi subito ai Suoi piedi.
Ma uno strattone al guinzaglio e subito mi riprendo e ricomincia la corsa. Tanto affanno.
Sono sempre ancora così imbarazzata i primi momenti con Lui. È come se ogni volta fosse la prima volta. Lo stesso tremore, le stesse ansie, il desiderio fortissimo di sentire la Sua approvazione…
Saliamo in auto, anzi mi fa salire in auto, e già potrei sciogliermi totalmente, mette la mia borsa nel baule, mi apre la portiera e corriamo nel traffico di questa città fremente, ma mai quanto me. 

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