mercoledì 13 aprile 2011

Milano - 2a parte

Ogni tanto il traffico permette una distrazione e le Sue mani su di me a stropicciarmi, mi entrano dentro la carne, come a volermi possedere in modo ancora più totale. Un po’ fa male quando mi stropiccia tutta, ma è talmente piacevole, che il dolore scompare all’istante.
Che strano effetto, quante sensazioni diverse… sono la Sua schiava eppure mi fa sentire Grande Donna, anche se non so bene perché. Mi sento strana, la tigre si sta risvegliando. Un Suo cenno e lo sguardo si abbassa e questo gesto mi fa sentire di essere Sua, ogni istante di più. È molto bello sentirsi protetta, guidata, accudita,… io che devo sempre controllare tutto, che sono rustica e ho imparato a cavarmela sempre da sola… ora sono completamente nelle Sue mani, anche solo per il fatto che  è Lui a guidare, sembra sciocco, ma anche questa è una bella sensazione.
Quando trova parcheggio, mi prende con forza per i capelli, uno schiaffo, un carezza, un altro schiaffo e poi un bacio e io sono già in orbita. Così, in mezzo alla folla del centro… è inebriante!
Scendiamo e ci dirigiamo verso la galleria. Mi passa qualcosa nella mano, lo riconosco, è l’ovetto vibrante! Solo tenerlo in mano mi mette i brividi.
“Sai cos’è, vero?”
“Sì Padron Joe”
“Seguimi e cammina dietro di me”
Il mio Padrone ha un passo da bersagliere, di nuovo mi è difficile riuscire a tenere il suo ritmo, mi perderei volentieri tra le vetrine, tra la folla, ma è ancora meglio stare dietro a Lui. Mi prende in giro, dicendomi che mi porterà in un luogo degno di me, indicando Mac Donald’s. E io ci credo… riesci sempre a prendermi in giro. Intanto ho ancora l’ovetto in mano che ogni tanto inizia a vibrare e mi fa sussultare e questo mi preoccupa, visto che è solo nella mano, per ora.

Passiamo in un vicolo e poi entriamo in portone, un ascensore stretto e qualche secondo per approfittare della solitudine. Quando le porte si aprono, siamo in mezzo alla gente in un luogo pieno di leccornie. Seguo il mio Padrone e ci troviamo su una terrazza, ultimo piano della Rinascente. Sembra di poter toccare il Duomo con un dito talmente è vicino. 




Si vedono le guglie davanti al naso. È uno spettacolo indescrivibile. Un luogo molto elegante, già solo per la vista, sembra di stare sul tetto del mondo. Io sono rapita. Rapita da essere in un posto che mi ricorda un’altra vita, che non amavo e che ora sto risfiorando con piacere, rapita dalla Sua vicinanza, rapita da come mi fa sentire Regina in mezzo alla Milano bene per poi farmi abbassare lo sguardo con un minimo gesto. Dopo avere ordinato, mi sorride, con quello sguardo che mi fa impazzire, perché so che sta pensando a qualcosa di particolare e mi ordina di andare in bagno.
“Sai cosa devi fare”.
Sì che lo so, me lo aveva detto nei giorni precedenti che avrei dovuto infilare l’ovetto appena possibile. Mi accorgo solo ritornando dal bagno che per una volta ho attraversato la folla senza trattenere il respiro, ma a testa alta, semplicemente, con naturalezza.
Mi fa sedere di fianco a Lui e risale l’imbarazzo di non sapere cosa fare, cosa dire, come muovermi, dove cavolo mettere la borsetta che continua a cadere! Ma anche nelle piccole cose Lui è sempre presente, appoggia la mia borsa nel divanetto di fianco, iniziamo a parlare e parte anche la vibrazione. È come ricevere una leggera scossa elettrica, mi fa sobbalzare. Ad un tratto con un Suo gesto impercettibile mi ordina di abbassare lo sguardo, il mondo sparisce e l’istinto di mettermi in ginocchio è talmente forte, che solo qualche movimento intorno a noi, mi fa tornare alla realtà. Amo essere sottomessa al mio Padrone, ma trovo estremamente difficile conversare con lo sguardo abbassato. Mi è sempre stato insegnato di guardare negli occhi la persona con cui si parla. Gli comunico il mio imbarazzo e mi concede di guardarLo negli occhi mentre chiacchieriamo. Quando mi è concesso di perdermi nel Suo sguardo è uno di quei momenti in cui l’emozione ha dei picchi molto intensi. È come se mi fosse concesso di annegare dentro di Lui, al sicuro, protetta, accudita ed io mi sento ancora più Sua, al Suo servizio. Sento questo come un controsenso, ma è innegabile che ogni Suo piccolo gesto di dolcezza e protezione, mi rende più sottomessa, in modo “attivo”.
Il tempo scorre sempre in modo strano vicino a Lui anche perché sono gli unici momenti della mia vita in cui non ho il controllo di nulla, non devo pensare a nulla, mi devo solo affidare e lasciarmi condurre dal Suo volere. E ancora mi pare impossibile desiderare e amare tanto tutto questo.
C’è anche il tempo di ridere, per una canzone che gira come vecchio LP ai giri sbagliati e tanta emozione nell’essere sul tetto del mondo, quasi a toccare le più alte guglie del Duomo. Regina davanti al mondo, nessuno può immaginare che quello che porto al collo è un Collare, che sta manovrando un ovetto vibrante infilato dentro di me, che ho un guinzaglio al polso… da fuori sembriamo due persone normali, una donna fortunata, riempita di attenzioni da un uomo di altri tempi, galante e cortese, ma oltre tutto questo c’è il mio essere Sua schiava, pronta ad obbedire ai Suoi ordini, a servirlo con gioia.


Arriva l’ora dello shopping. Alla Regina viene ceduto il passo sulla scala mobile, la schiava cammina dietro di Lui, è un continuo saltare da un ruolo all’altro. Questa complicità mi inebria e mi distoglie un po’ dall’ansia di andare a cercare un vestito per me. Ancora non ho fatto pace con lo shopping. 


Ma Lui è lì con me, guarda, cerca, parla con le commesse stronze, sceglie. Un attimo di distrazione mia e parte la vibrazione, ancora… è una continua tortura. Mi infilo in camerino per provare il jeans e la maglietta che ha scelto per me. Sono molto belli, quasi eleganti. Ovviamente proprio nel momento in cui sono più nuda, la Sua testa si infila nel camerino. Non provo imbarazzo a mostrarmi mezza  nuda davanti a Lui, ma il pensiero che altri possano in qualche modo vedere mi imbarazza molto. Ma non solo, è un gioco parecchio eccitante!

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